In Italia oltre il 70% degli edifici appartiene alle ultime tre classi energetiche e circa il 35% è in classe G, ovvero la peggiore, sia dal punto di vista impiantistico che per quanto riguarda la riduzione dei consumi. Una bolletta di una classe energetica G sarà molto più alta in quanto il consumo casalingo andrà ad influire in modo sostanzioso sulla bolletta.
Con il super Ecobonus che si potrà sfruttare fino alla fine del 2021, è possibile recuperare il 110% delle spese per l’efficientamento con molti tipi di interventi, a condizione che vengano effettuati altri interventi di sostegno e che si ottenga un salto di due classi energetiche dell’edificio certificandolo con l’APE (Attestato di Prestazione Energetica), ante e post-intervento. Ciò vuol dire che gli interventi all’interno degli immobili devono garantire un salto di almeno due classi energetiche, contribuendo così all’efficientamento energetico dell’immobile.
La classe energetica certificata nell’APE, infatti, è una pagella del sistema edificio-impianto che utilizza come parametro l’energia primaria non rinnovabile consumata per soddisfare il fabbisogno energetico dell’immobile. Il miglioramento, rispetto alle caratteristiche standard, consente di alzare la classe dell’APE, e con le energie rinnovabili il miglioramento è decisamente netto e importante.
In Italia, le abitazioni con una classe energetica bassa sono divise principalmente in tre macroaree:
1. Edificio unifamiliare autonomo in classe G: rappresenta il caso più semplice da migliorare. Alcuni esempi: un edificio in Classe G quasi sicuramente sarà troverà una zona climatica con clima rigido (E o F) e non sarà isolato dal punto di vista termico. Saranno presenti radiatori ad alta temperatura e una caldaia standard o, nella migliore delle ipotesi, una caldaia a condensazione per il riscaldamento. In queste condizioni la soluzione che può garantire immediatamente il doppio salto di classe energetica è l’installazione di un impianto ibrido come la pompa di calore abbinata a caldaia a condensazione, insieme a un impianto fotovoltaico.
2. Unità abitativa in classe G in condominio con impianto di riscaldamento centralizzato: nella maggior parte dei casi, saranno presenti anche impianti autonomi per la produzione di acqua calda sanitaria caratterizzati da un impatto molto elevato (fino al 40%) sui consumi. In tali condizioni la realizzazione di un cappotto termico su buona parte della superficie dell’edificio non sarà comunque sufficiente a garantire il doppio salto di classe energetica. Sarà necessario intervenire, quindi, anche sull’impiantistica installando un impianto ibrido in abbinamento al fotovoltaico, aggiungendo quindi una pompa di calore.
3. Unità abitativa in classe G in condominio con impianto di riscaldamento autonomo: l’appartamento in un condominio in classe G con impianti autonomi rappresenta una situazione molto comune ma è il caso più complicato per l’accesso al super Ecobonus, in quanto gli interessati sono diversi. Non c’è la possibilità di intervenire sulla centrale termica e l’unico intervento trainante possibile è la realizzazione del cappotto termico su almeno il 25% della superficie disperdente, operazione più o meno critica in funzione delle caratteristiche dell’edificio.
Il cappotto termico, tuttavia, probabilmente non sarà sufficiente a garantire il doppio salto di classe e allora sarà necessario intervenire su un numero di impianti autonomi sufficiente a consentire il passaggio, sostituendo quelli esistenti con nuovi sistemi a condensazione o a pompa di calore. Per esempio, il progettista dovrà realizzare un APE per ciascuna unità abitativa oggetto di intervento.
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